Buoni Pasto: tutto quello che c’è da sapere
Bisogno:
Il nostro cliente desiderava rilasciare ai propri clienti una smart card capace di gestire il pagamento presso i punti vendita convenzionati.
Soluzione:
Realizzare una smart card con chip Java CPA da affiancare al tradizionale buono cartaceo.
La presenza di un nuovo chip era una condizione necessaria ma non sufficiente a rinnovare il processo di pagamento con questo nuovo strumento Per questo motivo tale processo al fine della sua effettiva funzionalità ci ha visti impegnati, oltre che alla progettazione dell’applicazione a bordo del chip, anche nello studio e nella messa in opera delle procedure di rilascio della carta al titolare e di utilizzo del chip con i sistemi autorizzativi attualmente impiegati per la gestione delle transazioni.
L’applicazione istanziata all’interno della memoria del processore dovrà gestire ogni singola transazione di pagamento nel rispetto dei seguenti requisiti di sicurezza: Protezione delle informazioni confidenziali e Protezione alla clonazione della memoria.
Il progetto ha incluso l’hardware necessario per completare l’allestimento di una postazione di personalizzazione card, postazione composta da una stampante termografica desktop con a bordo le codifiche necessarie per scrivere nel chip le funzionalità previste e consentire al cliente l’emissione di buoni pasto immediatamente utilizzabili nel sistema di pagamento.
SVILUPPO
I buoni pasto elettronici altro non sono che un tesserino con banda magnetica sulla quale l’azienda accredita al dipendente l’importo spettante dei ticket. Una card da usare come un bancomat o una carta di credito. In sostanza, anziché strappare ogni giorno un ticket di carta dal blocchetto consegnato mensilmente dall’azienda, si presenta alla cassa il tesserino elettronico munito di microchip. Una volta introdotto nel Pos, l’importo viene scalato dal credito accumulato.
Per i lavoratori i buoni pasto elettronici hanno diversi vantaggi rispetto ai buoni cartacei: i buoni sono caricati sulla card senza dovere necessariamente passare al ritiro in azienda; si riduce la possibilità di furto/smarrimento e di utilizzo da parte di malintenzionati, visto che ogni card prevede una specifica procedura per il furto/smarrimento con il blocco della stessa e l’emissione di una nuova carta con la valorizzazione dei buoni smarriti; risparmio fiscale perché come abbiamo già detto grazie alle nuove norme i lavoratori avranno qualche centesimo in più in busta paga.
I vantaggi sono legati alla gestione più rapida della contabilizzazione, che avviene elettronicamente, e quindi alla possibilità di avere il pagamento dalla società emittente in minor tempo e alla riduzione del rischio di furto/smarrimento dei buoni pasto.
Vantaggi fiscali: i buoni pasto elettronici non sono soggetti a Irpef, alla contribuzione obbligatoria Inps e l’azienda non dovrà più corrispondere i contributi previdenziali e le imposte sulla differenza di € 1,71.
I ticket Lunch e Lunch PAY godono di un trattamento fiscale e previdenziale agevolato. Entro l’importo giornaliero di € 5,29 per il cartaceo e di € 7,00 per l’elettronico, sono esenti da oneri contributivi e previdenziali per il datore di lavoro e da trattenute fiscali per il dipendente. Sono interamente deducibili. L’IVA, detraibile, è l’unico onere a carico di aziende (al 4%) e professionisti (al 10%).
I buoni pasto elettronici agevolano la gestione di incassi e pagamenti. Ecco come:
1) L’adozione dei buoni pasti elettronici viene incentivata con l’esenzione da tasse per un importo massimo di 7€ al giorno, a differenza del massimale di 5,29 € dei buoni in formato cartaceo.
2) L’aumento della cifra massima riduce la tendenza all’uso cumulativo dei buoni cartacei, che possono essere utilizzati fino a 8 alla volta.
3) Non esistono più problemi legati alla leggibilità della firma grazie alla tracciabilità digitale dei buoni pasto elettronici.
Perché convengono di più i buoni pasto elettronici: in Italia i ticket sostitutivi della mensa muovono un giro d’affari da 3 miliardi. La defiscalizzazione di quelli elettronici ha permesso un risparmio fino a 400 euro all’anno per il lavoratore.
In Italia quasi 2 milioni e mezzo di lavoratori usano i buoni pasto. Parliamo di circa un milione e 600mila lavoratori nel settore privato e 900mila nel pubblico. Un mercato importante quello dei buoni pasto in Italia, con un giro d’affari di circa 3 miliardi di euro, tanto da rappresentare lo 0,72% del prodotto interno lordo, con 190mila posti di lavoro creati tra lavoro diretto e indiretto.
“Il mercato del buono pasto in Italia è solido e sempre più moderno” ha dichiarato Emmanuele Massagli, presidente dell’Associazione nazionale società emettitrici buoni pasto (Anseb). E aggiunge: “Il buono pasto è il benefit preferito dai lavoratori”. Non a caso, viene usato dal 40% dei lavoratori costretti a mangiare fuori casa per lavoro. Nel 70% dei casi il buono viene speso in bar, gastronomie e ristoranti mentre, per il restante 30%, nella grande distribuzione.
Ecco perché, negli ultimi 2-3 anni, è praticamente raddoppiato il ricorso ai buoni in formato elettronico, che ora rappresentano il 40% del totale. “Sarebbe però un errore fermarsi a questo punto”, spiega ancora Massagli. L’obiettivo ora è promuovere la maggiore diffusione possibile dei buoni pasto, portando a 9 euro la soglia di defiscalizzazione e proteggendo gli esercenti da operatori scorretti, per esempio attraverso fondi di garanzia.
In molti Paesi stranieri, per esempio, la quota di defiscalizzazione viene automaticamente aggiornata in rapporto al costo della vita. Oggi in Italia, il valore medio dei buoni pasto in circolazione è circa 6,20 euro, contro i 9 euro di Spagna e Francia, gli 8 euro del Belgio, i 6,80 euro del Portogallo e i 6 euro della Grecia. In Germania invece, il dato oscilla tra 6 e 9 euro.
Buoni pasto cartacei ed elettronici, quali differenze?
Lo strumento classico di motivazione del personale, il buono pasto, oggi si presenta rinnovato dopo il Decreto 122 del 2017 che ne ha ridefinito la normativa e l’utilizzo. I buoni pasto, strumento sostitutivo di mensa per dipendenti possono essere cartacei o elettronici. Quelli cartacei sono raccolti in carnet, vengono staccati e consegnati al momento dell’utilizzo presso un esercizio convenzionato. I buoni elettronici sono, come dice la parola stessa, non tangibili, assegnati all’utilizzatore che ha modo di utilizzarli tramite app dedicata e card.
Il Decreto 122 ha stabilito che i buoni pasto sono cumulabili fino a un massimo di 8 in un unica soluzione, indipendentemente dal valore del singolo buono. La misura vale per i buoni cartacei ed elettronici.
In cosa si differenziano quindi?
Spendibilità: I buoni pasto cartacei possono essere spesi in un numero molto ampio di strutture convenzionate. A scelta dell’utilizzatore ci sono 110.000 esercenti sul territorio nazionale. Il sito Trovalocali e la App Buoni pasto ad es. sono a disposizione per identificare il locale dove trascorrere la pausa pranzo.
I buoni pasto elettronici sono collegati ad una rete selezionata di partner tecnologizzati, spesso convenzionati proprio in base alle esigenze del cliente. In base alla zona di utilizzo il numero di esercenti può essere sovrapponibile a quella del buono cartaceo o inferiore. Per questo prima di optare per il servizio elettronico è necessario effettuare una verifica della disponibilità.
Funzionamento : i buoni cartacei per loro natura presentano una modalità di fruizione più standardizzata. L’utilizzatore potrà usarli come mezzo di pagamento consegnando il titolo presso la cassa dell’esercizio scelto al momento del pagamento.
I buoni elettronici hanno più opportunità di utilizzo. Oltre alla praticità di avere una card (o app) grazie alla quale si velocizzano le operazioni di ricarica, l’utilizzatore potrà scegliere se avvalersi del codice generato dalla app (presso i partner convenzionati con questo strumento) o utilizzare la card a microchip che al momento del saldo sarà abbinata al pos dedicato.
Cartacei ed elettronici, cambia il rischio correlato. I buoni cartacei sono maggiormente soggetti a deterioramento e furto, mentre quelli elettronici no, vengono assegnati al titolare, indipendentemente dalla card cui sono collegati. In caso di smagnetizzazione, furto o deterioramento della stessa, sarà proprio l’utilizzatore tramite app a chiederne una nuova con contemporaneo blocco di quella esistente.